-di Maurizio Beldietro-
“Massimo D’Aleva e la Fondazione Italiani Euroschei: qualcosa non torna”
Un giro di fatture Italia – Zanzibar – Italia. Movimentazioni sospette. Bonifici per centinaia di migliaia di euro con causali a dir poco fantasiose. Qualcosa di losco sembra nascondersi dietro le frenetiche attività della Fondazione di Massimo D’Aleva Italiani Euroschei.
L’indagine, condotta da un pool di magistrati milanesi guidati da Ilda Mocassini, nasce da un esposto-denuncia di tre ex toghe oggi in politica: Carlo Mordio, Felice Cappion e Antonio Di Dietro.
L’accusa è grave. La Fondazione avrebbe utilizzato i fondi europei per lo sostegno ai pensionati italiani, venti milioni di euro, per la costruzione di un resort a cinque stelle destinato ai richiedenti asilo VIP, un ecomostro con vista mare nel Parco Nazionale della Maddalena. Oltre ai proventi della speculazione, la Fondazione Italiani Euroschei avrebbe intascato parte dei trentacinque euro di diaria destinati agli immigrati.
Il giudice Mocassini ha disposto il sequestro di conti correnti, ville, appartamenti, dieci auto di lusso e tre yacht, tutti intestati a nullatenenti presumibilmente prestanome del presidente della Fondazione, Massimo D’Aleva.